
Scena muta maturità: le ripercussioni all’università
Il recente episodio all'Università Ca' Foscari di Venezia, dove uno studente ha chiesto al docente un voto minimo di 18 dopo aver fallito un esame scritto, ha acceso un acceso dibattito sul fenomeno della "scena muta" e le sue implicazioni nel percorso educativo italiano. Tale richiesta, che ricorda l'antico concetto dell'"18 politico", rappresenta un segnale di crisi educativa che solleva riflessioni sia sulla preparazione degli studenti sia sul sistema di valutazione adottato.
La "scena muta", ovvero l'incapacità dello studente di rispondere durante un esame orale, non è solo una questione di preparazione ma spesso è legata a una forte ansia da esame e senso di inadeguatezza. Questo fenomeno, ormai diffuso anche all'università, evidenzia le difficoltà di transizione dalla scuola superiore, dove gli studenti non sempre sono adeguatamente allenati al ragionamento critico e all'esposizione orale, e pone domande sull'efficacia dell'orientamento e del supporto educativo.
Per contrastare questa situazione, sono suggerite strategie come l'introduzione di più esercitazioni orali a scuola, un maggior dialogo tra scuola e università, percorsi di tutoraggio e una valutazione formativa che superi l'aspetto meramente burocratico del voto. Solo attraverso un rinnovamento culturale e metodologico sarà possibile restituire valore agli esami, promuovere la crescita personale e preparare studenti e cittadini alle sfide della società moderna.