
Scoperti 230 nuovi virus giganti negli oceani: una rivoluzione per la comprensione della vita marina
La recente scoperta di 230 nuovi virus giganti negli oceani, realizzata dalla Rosenstiel School of Marine, Atmospheric and Earth Science, segna un punto di svolta negli studi sulla biodiversità marina. Questi virus, dotati di grandi genomi e sofisticate capacità biologiche, erano fino a pochi anni fa considerati rari; tuttavia, la loro identificazione grazie all’impiego del supercomputer Pegasus ha svelato un panorama sorprendentemente vasto e complesso. Il processo di individuazione è avvenuto mediante analisi metagenomiche sui campioni raccolti in diverse aree oceaniche, con sequenziamento avanzato del DNA e confronto delle informazioni raccolte con banche dati globali. L’innovazione non è solo nel numero delle specie rinvenute, ma anche nei metodi rapidi e precisi adottati, resi possibili dagli sviluppi dell’intelligenza artificiale e dell’informatica applicata alla biologia.
I virus giganti marini si dimostrano protagonisti sottotraccia ma centrali nella catena alimentare oceanica. Interagendo con organismi unicellulari come fitoplancton e zooplancton, regolano cicli fondamentali di nutrienti, influenzando a cascata anche pesci e altri animali di maggiori dimensioni. Il loro ruolo emerge anche nel controllo delle fioriture algali, fenomeni talvolta dannosi per la salute umana e per la fauna marina. Alcuni di questi virus contribuiscono a scatenare o fermare le esplosioni delle alghe tossiche, con importanti conseguenze sulla qualità delle acque e sulle risorse ittiche. In più, la presenza di geni legati al metabolismo del carbonio e alla fotosintesi nei loro genomi indica che i virus giganti intervengono in modo attivo nei cicli biogeochimici, modulando il flusso di elementi vitali come il carbonio, l’azoto e il fosforo all’interno degli oceani.
Le implicazioni di questa scoperta sono molteplici e vanno ben oltre la semplice catalogazione di nuovi virus. Oltre a ridefinire le mappe della biodiversità microbica marina, offrono nuove chiavi di lettura sulla resilienza degli ecosistemi agli impatti dei cambiamenti climatici, all’inquinamento e alle alterazioni antropiche delle reti trofiche. Questi virus, spesso portatori di geni "ausiliari" normalmente tipici di batteri e alghe, risultano fondamentali per la regolazione della fotosintesi e il riciclo della materia nei mari. Le prospettive future sono ricche di interrogativi: sarà possibile sfruttare le capacità dei virus giganti per la biotecnologia? Quanti altri virus restano ancora da scoprire? La ricerca appena inaugurata promette di aprire nuove frontiere nello studio della vita marina, suggerendo che i virus giganti non sono solo entità misteriose, ma veri attori centrali dell’equilibrio oceanico e della salute del pianeta.