Sentenza Corte UE sul Salario Minimo: Validità della Direttiva, Clausole Annullate e Implicazioni per l’Europa
La sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea del 12 novembre 2025 ha confermato la validità generale della direttiva UE sul salario minimo, annullando però due clausole ritenute eccessivamente vincolanti riguardo all’introduzione e alla regolamentazione del salario minimo legale. Ciò ha rappresentato un importante equilibrio tra gli obiettivi comunitari di tutela sociale e la salvaguardia della sovranità degli Stati membri, in particolare modelli consolidati come quello danese basato sulla contrattazione collettiva.
La direttiva stessa intende promuovere salari minimi adeguati e sostenere la contrattazione collettiva nelle diverse realtà dell’Unione, senza obbligare l’introduzione di un salario minimo legale, lasciando a ogni Paese la libertà di decidere le proprie modalità. La sentenza ha accolto le critiche sul rispetto della sussidiarietà e delle specificità nazionali, evitando imposizioni uniformanti e confermando come la contrattazione collettiva debba giocare un ruolo essenziale nel quadro europeo.
Dal punto di vista pratico, la decisione scuote il dibattito politico e sindacale in Europa, invitando a rafforzare le garanzie per i lavoratori meno tutelati attraverso un dialogo costruttivo tra istituzioni, governi e parti sociali. Nei prossimi anni, sarà cruciale che gli Stati membri implementino la direttiva in modo flessibile ma efficace, puntando a una crescita economica equilibrata, dignità del lavoro e coesione sociale a livello europeo.