1. Il contesto europeo, il rinvio e le caratteristiche del Codice IA Act
Negli ultimi anni la Commissione Europea ha assunto un ruolo di primo piano nella regolamentazione dell’intelligenza artificiale (IA), cercando di bilanciare innovazione e tutela dei diritti in un panorama di rapido cambiamento tecnologico. Il Codice UE sui Modelli IA, noto come IA Act, rappresenta lo strumento cardine con cui si vuole normare l’intero ecosistema IA, riconoscendo ai modelli di IA a uso generale (Gpai) e ai relativi fornitori, sia europei sia internazionali, delle regole comuni e stringenti. Originariamente prevista per maggio, la presentazione della versione definitiva è stata rinviata a luglio 2025 a causa delle numerose osservazioni raccolte dalle consultazioni pubbliche, delle proteste degli stakeholder e della necessità di armonizzare la normativa con i diversi sistemi giuridici degli Stati membri. Questo rinvio, presentato come scelta prudenziale dalla Commissione, mira a trovare un equilibrio maggiore tra le esigenze delle grandi imprese tecnologiche, la concorrenza e la sostenibilità normativa, rispondendo alle richieste di trasparenza, sicurezza e responsabilità, che sono considerate prioritarie nel nuovo quadro europeo per l’IA.
2. Nuove regole, punti chiave e reazioni del settore tecnologico
Il Codice IA Act introdurrà una serie di requisiti e obblighi per fornitori di sistemi IA, con particolare enfasi sulla trasparenza riguardo agli algoritmi, la tracciabilità dei dati, la valutazione e la comunicazione dei rischi, la predisposizione di audit e il rispetto dei principi di equità e sostenibilità. Modelli come GPT-4 di OpenAI rientreranno pienamente nelle nuove regole, che saranno valide sia per aziende europee che straniere operative nel mercato UE; questo garantirà un livello di sicurezza e concorrenza uniforme per tutti i cittadini europei. Tuttavia, le bozze del codice hanno suscitato critiche da parte di rappresentanti delle PMI, delle associazioni di categoria e della società civile, che hanno lamentato procedure amministrative troppo complesse e costose, rischio di favorire le Big Tech e scarso ascolto delle proposte emendative. In risposta, la Commissione europea ha avviato un nuovo round di interlocuzione con gli stakeholder, promettendo una maggiore apertura e nuove misure di sostegno per permettere a tutto il settore tecnologico di allinearsi e crescere in modo equo e competitivo.
3. Tempi, impatti e prospettive future della regolamentazione IA
Le nuove regole europee sull’IA entreranno in vigore a partire dal 2 agosto 2025, con un periodo transitorio dopo la pubblicazione ufficiale del testo a luglio, in cui saranno previsti momenti di formazione e accompagnamento normativo per tutti gli operatori. L’implementazione del Codice IA Act avrà impatti significativi sul settore: se da un lato le Big Tech dovranno adattarsi a nuovi standard di trasparenza e accountability, dall’altro le PMI dovranno intensificare la collaborazione e investire nella formazione per restare competitive. Gli Stati membri osservano con interesse, proponendo emendamenti e cercando di allineare la normativa con le proprie esigenze nazionali, mentre il quadro europeo si proietta come nuovo standard internazionale. Dal 2025 cittadini, imprese e istituzioni potranno contare su un ambiente digitale più sicuro e regolamentato; la vera sfida sarà conciliare competitività globale, innovazione e protezione dei diritti, in modo che l’Europa resti punto di riferimento per una governance responsabile e sostenibile dell’IA.