
Sondaggi in Germania: CDU-CSU al 26% e AfD in Rapida Ascesa. Nuove Prospettive per la Politica Estera Dopo l'Incontro tra Merz e Trump
Paragrafo 1
Il quadro politico tedesco nel 2025, fotografato dagli ultimi sondaggi del 2 giugno, mostra un sistema in rapido mutamento e un elettorato diviso. La CDU-CSU, con il 26% delle intenzioni di voto, mantiene il primato, ma sente la pressione di una AfD in crescita costante, ormai al 24%. L’SPD, storico pilastro della politica tedesca, continua a perdere terreno, attestandosi al 17%, segno di una crisi d’identità e strategica che potrebbe ridisegnare la sua rotta in vista delle prossime elezioni. Nel frattempo, Die Linke cresce all’11% e i Verdi calano al 10%, consolidando comunque un ruolo potenzialmente decisivo nella formazione di coalizioni. Il sistema proporzionale tedesco accentua la necessità di alleanze, rendendo la competizione ancora più serrata e fragile l’equilibrio istituzionale. L’elemento di maggiore novità rimane la rapida ascesa della destra radicale, capace di catalizzare proteste sociali e nuove istanze politiche legate a sicurezza, crisi internazionali e immigrazione. Tutto ciò si svolge sullo sfondo di una Germania sempre più chiamata a scegliere tra rinnovamento e tradizione, innovazione e stabilità, in un momento di transizione che coinvolge sia la dimensione nazionale che quella europea.
Paragrafo 2
L’ascesa della AfD rappresenta la sfida centrale per la stabilità politica e democratica tedesca. Il partito, tradizionalmente marginale e di protesta, oggi è una forza strutturata e in grado di influenzare in profondità l’agenda pubblica. La sua crescita è alimentata dal malcontento diffuso per crisi economiche, paura migratoria e gestione controversa delle emergenze internazionali. Parallelamente, la CDU-CSU guidata da Merz tenta una delicata opera di bilanciamento tra la difesa del suo tradizionale posizionamento conservatore e una crescente apertura alle domande di sicurezza, efficienza economica e revisione delle politiche ambientali. Il recente incontro Merz-Trump ha rilanciato il tema della politica estera, evidenziando la volontà della Germania di giocare un ruolo attivo nello scacchiere globale e ridefinire la propria posizione sul caso Gaza. Importante anche il peso dei movimenti minori come Die Linke e Verdi, in grado di incidere sul destino delle future coalizioni con la loro intransigenza su temi come la giustizia sociale e la transizione climatica. Questo scenario riflesso dalle intenzioni di voto rende la formazione di maggioranze stabili una sfida sempre più complessa.
Paragrafo 3
Sul fronte internazionale, la Germania si trova a svolgere una funzione da mediatore, sia in rapporto agli sviluppi in Medio Oriente sia nelle dinamiche intra-europee. Merz, dopo aver definito la crisi a Gaza una "catastrofe umanitaria", cerca di affermare una politica estera autonoma ma perfettamente inserita nel contesto europeo, confrontandosi direttamente sia con Washington che con Bruxelles. L’intervento di Ursula Von der Leyen, che ha chiesto una de-escalation immediata nella Striscia di Gaza e riaffermato il primato del diritto internazionale, sottolinea la centralità di una risposta congiunta europea, nella quale Berlino può assumere un ruolo guida. In questo quadro, la politica estera si intreccia fortemente con le dinamiche interne dei partiti, mentre alleanze e strategie verranno decise anche sulla base degli sviluppi dello scenario internazionale. Dalla capacità di rispondere a queste sfide dipenderà non solo la solidità del prossimo governo, ma anche la posizione della Germania come pilastro nevralgico dell'Unione Europea. Le elezioni 2025 si presentano dunque come un momento decisivo, in grado di influenzare sia il destino nazionale che l’architettura politica europea, in una fase di eccezionale incertezza e vivacità.