Paragrafo 1
Le stablecoin stanno rapidamente ridefinendo il panorama dei pagamenti digitali a livello globale, guadagnando popolarità grazie alla promessa di una moneta stabile e facilmente trasferibile in tutto il mondo. Tuttavia, il rapporto pubblicato dalla Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI) mette in guardia sulle profonde inadeguatezze di queste monete digitali. A differenza delle valute fiat tradizionali, le stablecoin sono strumenti privati che non beneficiano della protezione delle banche centrali e, come sottolinea la BRI, non possono essere considerate forme di moneta affidabile. Il principale rischio risiede nell'assenza di una garanzia sovrana: in caso di crisi di fiducia o di crollo nei mercati, nessuna autorità monetaria interverrebbe a sostegno degli utenti, lasciando i possessori di stablecoin esposti a perdite improvvise e drastiche. Ulteriori problemi emergono nella trasparenza delle riserve, nella mancanza di adeguati sistemi di controllo e nella difficoltà di prevenire usi illeciti, fattori che collectively rendono le stablecoin vulnerabili non solo alle oscillazioni di valore ma anche ad abusi sistemici. La loro rapida diffusione senza una regolamentazione solida preoccupa profondamente le banche centrali, che temono effetti destabilizzanti per l’intero sistema finanziario.
Paragrafo 2
Sul piano internazionale, la crescita vertiginosa delle stablecoin ha acceso il dibattito fra le autorità di tutto il mondo, soprattutto in Europa e negli Stati Uniti, dove si stanno accelerando lavori di regolamentazione per tentare di governare un fenomeno in rapido sviluppo. Le stablecoin sono viste da molti operatori come strumenti abilitanti per la modernizzazione dei sistemi di pagamento e per una maggiore inclusione finanziaria, ma le autorità centrali ne temono l’impatto sistemico. Uno dei principali allarmi riguarda la possibilità di una "dollarizzazione digitale", ossia il passaggio delle economie – soprattutto quelle più fragili – sotto il controllo di valute stabili ancorate a grandi valute come il dollaro, sottraendole così agli strumenti tradizionali di politica monetaria nazionale. La BRI avverte che questa dinamica potrebbe minare la capacità degli stati di rispondere a shock economici e finanziari, aggravando la vulnerabilità e l’esposizione ai rischi globali. Altro nodo è la limitata flessibilità delle stablecoin nella generazione di credito, dato che esse non consentono alle banche di erogare prestiti sulla base della moneta digitale come avviene con la moneta fiat, inibendo lo sviluppo economico tradizionale e rischiando di creare circuiti paralleli di liquidità fuori dal controllo ufficiale.
Paragrafo 3
Di fronte a queste criticità, si sta delineando una forte risposta istituzionale. L’Unione Europea ha varato regolamenti come MiCA, mentre negli Stati Uniti si discute una cornice normativa federale: entrambi i sistemi puntano a colmare le principali lacune delle stablecoin in termini di trasparenza delle riserve, segregazione dei fondi, audit indipendenti e monitoraggio delle transazioni. La BRI insiste affinché la regolamentazione delle stablecoin sia globale e coordinata, per evitare rischi di arbitraggio normativo e vulnerabilità transfrontaliere. Nel frattempo, la fiducia nei confronti delle stablecoin continua a essere instabile; i mercati reagiscono con volatilità agli allarmi delle banche centrali, e gli operatori istituzionali richiedono garanzie più solide prima di adottare queste innovazioni su larga scala. In conclusione, la sfida principale sarà coniugare sviluppo tecnologico e sicurezza sistemica: solo attraverso regole chiare e un controllo rigoroso sarà possibile integrare le stablecoin nel sistema finanziario internazionale senza compromettere la stabilità, la protezione dei risparmiatori e la sovranità delle politiche monetarie nazionali.