Starship Ship 36: le cause dell’esplosione durante i test

Starship Ship 36: le cause dell’esplosione durante i test

L’esplosione della Ship 36 durante un test statico a Masseys, Texas, il 20 giugno 2025 rappresenta una delle battute d’arresto più significative nel percorso di sviluppo della Starship di SpaceX. Il programma Starship, incentrato su riutilizzabilità e capacità di trasporto pesante sia per cargo che per equipaggio, si contraddistingue per innovazione e sperimentazione continua. La Ship 36 era uno degli ultimi e più avanzati prototipi di secondo stadio e la prova mirava a testare la resistenza dei serbatoi interni. L’esplosione, documentata in tempo reale da osservatori e piattaforme di streaming, non ha provocato feriti grazie alle rigorose procedure di sicurezza implementate da SpaceX. Tuttavia, l’incidente ha sollevato importanti interrogativi sulle criticità delle infrastrutture e sull’efficacia dei sistemi di controllo e monitoraggio. La perdita totale del veicolo si inserisce in una lunga storia di incidenti nei test Starship: ogni fallimento è stato un punto di svolta per migliorare materiali, design e procedure, seguendo la filosofia "fail fast" di SpaceX, ovvero imparare dagli errori per accelerare il ritmo dell’innovazione.

Le prime indagini, condivise pubblicamente anche da Elon Musk, hanno identificato come causa scatenante il cedimento di un serbatoio di azoto, elemento chiave per la pressurizzazione dei serbatoi principali della Starship. Il rilascio improvviso del gas ha provocato una reazione a catena e quindi l’esplosione dell’intera struttura. L’incidente, se da un lato ha mostrato l’efficacia dei protocolli di evacuazione e delle misure d’emergenza nel proteggere il personale, dall’altro ha rivelato limiti nei sistemi di resilienza delle infrastrutture: detriti sono ricaduti su diverse parti delle strutture di terra, danneggiandole e imponendo costi aggiuntivi e una temporanea interruzione delle attività. SpaceX ha già annunciato il rafforzamento delle barriere anti-deflagrazione e una revisione dei sistemi di ancoraggio. La sospensione dei test consentirà un’ulteriore indagine sulle vulnerabilità del design, specialmente riguardo la qualità dei materiali e la sicurezza dei serbatoi di pressurizzazione per i futuri prototipi, a partire dalla Ship 37.

Questa vicenda evidenzia le tensioni tra l’audacia dell’innovazione e il rischio operativo che caratterizza la filosofia di SpaceX: il continuo ciclo costruttivo e distruttivo dei prototipi, benché talvolta criticato, ha permesso di accelerare i tempi di sviluppo e di accumulare una quantità di dati e conoscenza senza precedenti nel settore. La trasparenza con cui SpaceX comunica errori e dettagli degli incidenti ha rafforzato la fiducia di investitori e pubblico e contribuisce alla cultura della sicurezza nell’industria aerospaziale. L’esplosione di Ship 36 funge da monito e al tempo stesso da incentivo al progresso, fornendo preziose informazioni all’intero comparto, compresi colossi come la NASA e altri competitor. Nei mesi a venire, SpaceX sarà chiamata a dimostrare prontezza nell’adottare soluzioni correttive, capitalizzare sugli insegnamenti acquisiti e tornare rapidamente alla fase di test: soltanto così Starship potrà avvicinarsi all’obiettivo di viaggi regolari verso la Luna, Marte e destinazioni ancora più ambiziose.

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