
Stop agli smartphone a scuola per gli under 14: la proposta Valditara convince nove Paesi europei
La proposta lanciata dal ministro italiano Giuseppe Valditara di vietare l'uso degli smartphone nelle scuole per i ragazzi sotto i 14 anni ha ottenuto adesioni da nove Paesi dell'Unione Europea, segnando un passo importante nel dibattito sull'impatto delle tecnologie digitali nell'educazione e nella tutela dello sviluppo psicofisico dei giovani. L'iniziativa nasce dall'esigenza di fronteggiare rischi come la dipendenza, l'isolamento sociale, la distrazione in classe e il cyberbullismo, promuovendo invece un ambiente scolastico dedicato all'apprendimento e alla crescita personale. Questo divieto è accompagnato da un piano educativo per l'uso consapevole della tecnologia, che intende preparare i giovani a gestire in modo responsabile gli strumenti digitali del futuro.
I Paesi che hanno aderito alla proposta Valditara comprendono Austria, Francia, Ungheria, Slovacchia, Svezia, Lituania, Cipro, Grecia e Belgio, con altri come la Polonia pronti a seguire l'esempio. Questa adesione diffusa riflette una preoccupazione condivisa sul benessere digitale dei minori a livello europeo, superando differenze culturali scolastiche. Studi scientifici evidenziano che l'uso eccessivo degli smartphone può compromettere l'attenzione, favorire l'isolamento e incrementare ansia e stress, influendo negativamente sullo sviluppo cognitivo ed emotivo dei giovani. Attualmente, molte scuole europee hanno regole frammentarie o affidate ai singoli istituti, e la proposta mira a fornire un quadro normativo chiaro e uniforme.
Il dibattito sull'uso degli smartphone in aula bilancia rischi come la distrazione, il cyberbullismo e la dipendenza digitale con opportunità didattiche offerte dalla tecnologia, come l'accesso a risorse educative e lo sviluppo di competenze digitali. La proposta italiana sottolinea l'importanza di educare i ragazzi a un uso consapevole e responsabile degli strumenti digitali, attraverso corsi focalizzati su sicurezza online, privacy e valutazione critica delle informazioni. Opinioni di esperti e famiglie mostrano un consenso verso la necessità di regole e formazione, con alcune riserve da parte di studenti più grandi. L'iniziativa rappresenta un possibile cambiamento di paradigma per l'Europa, mirando a una scuola inclusiva, attenta al benessere psicologico e capace di formare cittadini digitali maturi.