Stop alle gite scolastiche da settembre: i motivi della protesta

Stop alle gite scolastiche da settembre: i motivi della protesta

Paragrafo 1

Il blocco delle gite scolastiche previsto a partire da settembre 2025 rappresenta un cambio radicale per la scuola italiana, segnando una netta cesura con decenni di tradizione educativa. La decisione di sospendere viaggi ed uscite didattiche nasce dal crescente malcontento tra i docenti accompagnatori, i quali hanno manifestato l’intenzione di aderire in massa alla protesta promossa dal Sindacato SBC. Alla base della mobilitazione vi sono motivazioni profonde, che ruotano principalmente attorno a tre grandi questioni: la sicurezza dei docenti, la giusta retribuzione economica e il riconoscimento del valore formativo di queste attività. I docenti sottolineano come la responsabilità richiesta nell’accompagnare una classe fuori sede sia diventata insostenibile, anche a causa degli episodi di cronaca recenti in cui insegnanti sono stati coinvolti in controversie giudiziarie per incidenti imputabili a circostanze imprevedibili. Al contempo, la diaria prevista per chi accompagna i ragazzi è giudicata pressoché simbolica e sproporzionata rispetto al carico di lavoro, alle responsabilità e agli orari extra che queste attività comportano. Questa situazione ha portato non solo i sindacati, ma anche molti parlamentari e dirigenti scolastici a riconoscere come il diritto allo studio vada tutelato salvaguardando innanzitutto il benessere dei docenti.

Paragrafo 2

Tradizionalmente, le gite scolastiche e i viaggi di istruzione hanno svolto un ruolo fondamentale nella formazione degli studenti, offrendo un’opportunità di apprendimento esperienziale che integra e rafforza la didattica curricolare. Attraverso la visita a musei, città d’arte, parchi naturali o siti archeologici, bambini e ragazzi sviluppano competenze trasversali come socializzazione, autonomia, curiosità intellettuale e capacità di problem solving. Tuttavia, la decisione di sospendere queste attività avrà ripercussioni importanti anche sull’offerta educativa delle scuole e sul percorso personale degli studenti. Se da un lato si perderà un’occasione irripetibile di crescita fuori dalle aule scolastiche, dall’altro alcune famiglie potrebbero temporaneamente beneficiare di un risparmio economico, e i docenti potranno concentrarsi maggiormente sulla didattica ordinaria. Nonostante le conseguenze negative siano prevalenti, molti studenti hanno espresso la loro solidarietà ai professori, comprendendo le loro ragioni e sostenendo la necessità di riforme che garantiscano condizioni di sicurezza e una retribuzione dignitosa per chi ha la responsabilità di guidare le classi nei viaggi d’istruzione.

Paragrafo 3

Alla luce di una protesta così ampia e trasversale, è necessario che il Ministero dell’Istruzione affronti in modo sistemico le principali criticità che hanno portato al blocco delle gite scolastiche. Le proposte in campo prevedono una revisione dei regolamenti, con maggiori tutele assicurative e protocolli chiari per la gestione degli imprevisti, oltre a un adeguamento delle indennità economiche per i docenti accompagnatori. Importante sarà anche investire nella formazione specifica degli insegnanti sull’organizzazione logistica e la gestione delle emergenze, così come coinvolgere maggiormente le famiglie nelle responsabilità educative dei viaggi. Il blocco delle gite, lungi dall'essere solo una rinuncia dolorosa, deve diventare uno stimolo per la costruzione di una scuola capace di valorizzare non solo gli studenti ma anche coloro che li accompagnano nel loro percorso educativo. Una reale concertazione tra ministero, sindacati e comunità scolastica appare ora indispensabile per superare lo stallo e restituire centralità ai viaggi d’istruzione, salvaguardando dignità e sicurezza degli insegnanti e il diritto degli studenti a esperienze formative complete.

Questo sito web utilizza cookies e richiede i dati personali per rendere più agevole la tua esperienza di navigazione.