Supplenze Sostegno: Cambiano i Punteggi tra Milano e Caserta. Il Nord Fatica, il Sud Ha un Surplus di Docenti

Supplenze Sostegno: Cambiano i Punteggi tra Milano e Caserta. Il Nord Fatica, il Sud Ha un Surplus di Docenti

Supplenze Sostegno: Disparità Nord-Sud tra Milano e Caserta

La scuola italiana si trova di fronte a una profonda disparità nell’assegnazione delle supplenze sul sostegno tra Nord e Sud. Questa differenza emerge soprattutto nei punteggi minimi necessari per accedere agli incarichi: a Milano nel 2025 è sufficiente un punteggio di 31,5, mentre a Caserta si sale a 133. Il meccanismo delle graduatorie, che tiene conto di titoli di studio e anzianità di servizio, accentua così lo squilibrio: nel Sud il surplus di docenti specializzati, provenienti principalmente da TFA (Tirocinio Formativo Attivo), rende la competizione altissima, mentre al Nord si fatica a reperire insegnanti disponibili, spesso ricorrendo anche a personale non specializzato. Questa situazione è dovuta a diversi fattori, come la localizzazione dei corsi abilitanti prevalentemente nelle università del Sud, la minore propensione alla mobilità dei docenti meridionali, e la scarsità di percorsi TFA al Nord, dove resta elevata la domanda di supplenti.

Questa asimmetria produce effetti concreti sulla qualità dell’inclusione scolastica. Nel Nord gli studenti disabili rischiano una continuità didattica compromessa, perché spesso gli incarichi sono ricoperti da supplenti senza specializzazione, o soggetti a frequenti cambiamenti. Le famiglie si trovano costrette a riformulare di continuo i Piani Educativi Individualizzati (PEI) e i dirigenti scolastici lamentano la difficoltà di garantire un supporto stabile. Al Sud, invece, l’alto numero di specializzati genera frustrazione tra i docenti che rimangono senza incarico e si vedono costretti a cercare lavoro altrove o restare in attesa nelle graduatorie affollate. Testimonianze raccolte raccontano le difficoltà sia di chi rimane nel Sud senza cattedra, sia di chi al Nord si trova a gestire classi senza continuità né figure di riferimento preparate. I dati ufficiali confermano che il 60% dei docenti TFA proviene da regioni meridionali, mentre il 70% delle richieste di supplenze non coperte si concentra tra Lombardia, Veneto e Piemonte.

Per riequilibrare questa situazione, sono state proposte varie soluzioni, come incrementare i corsi TFA al Nord, incentivare la mobilità dei docenti meridionali, semplificare l’accesso ai ruoli nelle province carenti, e potenziare campagne di orientamento per avvicinare i giovani del Nord alla professione di insegnante di sostegno. È inoltre necessario aggiornare i meccanismi di assegnazione e le graduatorie provinciali, tenendo maggiormente conto della reale mobilità e delle nuove esigenze territoriali. Solo con un’azione condivisa e trasversale sarà possibile costruire una scuola più equa e inclusiva, garantendo agli alunni di tutto il paese il diritto a un sostegno qualificato e continuativo, fondamentale per l’effettiva inclusione sociale ed educativa.

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