Tagli agli organici ATA dal 2026/27: 44mila posti in meno per i collaboratori scolastici e le nuove incognite della riforma

Tagli agli organici ATA dal 2026/27: 44mila posti in meno per i collaboratori scolastici e le nuove incognite della riforma

Dal 2026/27, il personale ATA nelle scuole italiane subirà un'importante riduzione con la soppressione complessiva di circa 44mila posti, tra cui il taglio di 2.174 unità nella prima fase, principalmente riguardante i collaboratori scolastici, figura chiave per il funzionamento quotidiano delle istituzioni scolastiche. Il Ministero dell'Istruzione e del Merito ha presentato una bozza di decreto che introduce anche una nuova progressione verticale interna per favorire il passaggio da collaboratore scolastico a operatore scolastico, senza però prevedere nuove assunzioni per il profilo di funzionario ATA. Questa rimodulazione mira a razionalizzare le risorse e rispondere a esigenze di semplificazione, in un contesto di possibile calo demografico, ma solleva forti preoccupazioni riguardo alla capacità delle scuole di mantenere servizi essenziali come pulizia, sorveglianza e assistenza agli alunni con disabilità.

Le critiche sindacali, in particolare quelle della UIL Scuola RUA, evidenziano l'assenza di riconoscimenti economici adeguati e la possibile penalizzazione dei lavoratori, con rischi concreti per condizioni di lavoro peggiorate e per la qualità del servizio pubblico scolastico. Il meccanismo di progressione verticale è visto più come una selezione interna che una promozione vera, mentre la mobilità obbligatoria del personale rischia di aumentare l’incertezza e lo stress lavorativo, con trasferimenti anche a lunga distanza. La mancata previsione di nuove assunzioni alimenta dubbi sulla capacità di coprire pensionamenti futuri e garantire un ricambio generazionale efficace.

Inoltre, la bozza tenta di affrontare la questione dell'abuso dei contratti a termine nel comparto ATA, tema sollevato anche dalla Commissione Europea, ma le misure proposte sono giudicate insufficienti. In sintesi, la riforma attualmente prospettata presenta numerosi punti critici che potrebbero compromettere sia il futuro professionale del personale ATA sia la qualità complessiva delle scuole italiane, stimolando un acceso dibattito nel settore e una forte richiesta di revisioni da parte dei sindacati e degli operatori coinvolti.

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