Tagli ai programmi di studio all'estero durante l’amministrazione Trump: analisi, reazioni e conseguenze
Durante l’amministrazione Trump, nel 2025, sono stati attuati tagli drastici ai programmi di studio all’estero finanziati dal Dipartimento di Stato USA, con una riduzione di circa 100 milioni di dollari su 22 iniziative. Questi programmi, fondamentali per la diplomazia culturale e la formazione globale, hanno subito sospensioni e limitazioni significative, provocando preoccupazione tra gli addetti ai lavori e la comunità accademica. L’Educational and Cultural Affairs (ECA) ha accolto la decisione con sorpresa e allarme, evidenziando un processo decisionale improvviso e senza adeguato coinvolgimento. La comunità studentesca e accademica si è mobilitata con proteste, petizioni e campagne sociali, sottolineando l’importanza culturale e politica degli scambi internazionali. Il dibattito pubblico ha messo in luce anche aspetti legali, con esperti che ritengono i tagli possano violare la Costituzione, e ha stimolato interventi di Congresso e media. Social media hanno giocato un ruolo chiave nella diffusione e nella sensibilizzazione. Gli effetti pratici sono stati una drastica riduzione di borse di studio, sospensione di progetti e una minore cooperazione internazionale, con un rischio reale di isolamento educativo e diplomatico degli USA. Infine, il confronto con Europa e Asia sottolinea un potenziale arretramento americano in ambito di soft power e attrazione di talenti. La situazione resta fluida, con speranze di inversione di rotta e investimenti futuri nel capitale umano e culturale.