
Telegram e la Resistenza alla Censura: Il Caso delle Elezioni in Moldavia
Le elezioni in Moldavia hanno evidenziato il ruolo cruciale di Telegram come piattaforma di comunicazione politica e come simbolo della libertà di espressione. Durante la campagna elettorale, Telegram ha facilitato il dibattito pubblico, attirando l'attenzione di governi e servizi di intelligence, principalmente occidentali, preoccupati per la diffusione di disinformazione e manipolazioni provenienti da canali sospettati di influenze russe. Al centro della vicenda si è posto Pavel Durov, CEO di Telegram, che ha rifiutato le pressioni provenienti dai servizi segreti francesi volte a censurare contenuti giudicati "problematici". Durov ha ribadito la linea rigorosa della piattaforma: nessuna censura arbitraria, ma solo la rimozione di contenuti che violano i termini di servizio, come incitamento alla violenza o illegalità. Questa posizione, pur accolta con favore dagli attivisti della libertà di parola, ha sollevato dibattiti sulla responsabilità dei social network nella lotta alla disinformazione e sulle pressioni crescenti esercitate da governi per controllare i flussi informativi nelle democrazie digitali. L'episodio moldavo funge così da paradigma per le sfide globali tra libertà online, geopolitica e moderazione dei contenuti.