
TikTok e Instagram nel mirino: minori esposti a contenuti su suicidio e autolesionismo, il ruolo pericoloso degli algoritmi
Negli ultimi anni si è evidenziata una crescente preoccupazione riguardo al ruolo degli algoritmi di TikTok e Instagram nel suggerire contenuti dannosi ai minori, in particolare quelli legati a depressione, autolesionismo e suicidio. Un rapporto recente denuncia che oltre il 95% dei contenuti consigliati in queste piattaforme espone gli adolescenti a tematiche rischiose, alimentando un ciclo di visione di materiali pericolosi. Questo fenomeno è amplificato dalla natura degli algoritmi, che personalizzano le raccomandazioni basandosi sulle interazioni degli utenti, spingendo verso contenuti che generano maggiore coinvolgimento emotivo, creando così una spirale difficile da interrompere, soprattutto per i più giovani.
L'esposizione continua a questi contenuti ha un impatto psicosociale significativo: favorisce insicurezza, ansia, depressione e può incrementare comportamenti di autolesionismo e ideazioni suicidarie. Lo sviluppo emotivo degli adolescenti è particolarmente vulnerabile a tali stimoli, e la mancanza di un adeguato supporto adulto aggrava il rischio. Per questo genitori, istituzioni e scuole sono chiamati a promuovere un'educazione digitale consapevole, sostenuta da progetti educativi e risorse di supporto, oltre ad esercitare una supervisione degli account social dei minori come primo filtro di sicurezza.
Le reazioni ufficiali delle piattaforme sono considerate insufficienti da enti come la NSPCC, che richiedono maggiore trasparenza sugli algoritmi e l'adozione di misure più rigorose. La società civile si mobilita per chiedere regolamentazioni stringenti e monitoraggio costante. Esperti propongono soluzioni che includono intelligenza artificiale etica, collaborazioni con operatori della salute mentale, e campagne di sensibilizzazione. Solo tramite un impegno condiviso tra piattaforme, famiglie, istituzioni e comunità scientifica sarà possibile garantire la sicurezza e la salute mentale dei giovani utenti, prevenendo i rischi associati all'esposizione a contenuti dannosi sui social network.