
TikTok rivoluziona la moderazione: 2.500 moderatori umani licenziati per l’AI. Impatti e controversie in primo piano
TikTok ha annunciato nel 2025 il licenziamento di 2.500 moderatori umani a Londra, affidando la maggior parte della moderazione contenuti a sistemi di intelligenza artificiale, una scelta che ha diviso opinioni e sollevato molte questioni a livello globale. La piattaforma, di proprietà cinese, ha puntato sull’efficienza crescente degli algoritmi per garantire rapidità e accuratezza nella rimozione di contenuti inappropriati, ma questa automazione ha provocato forti tensioni con i sindacati, soprattutto considerando che proprio in quel periodo era in corso una possibile formazione di sindacato interno per i moderatori. I lavoratori hanno denunciato la scarsità di preavviso, di supporto e di alternative occupazionali, sottolineando le difficoltà psicologiche legate a questo lavoro delicato.
L’intelligenza artificiale implementata da TikTok impiega machine learning e visione artificiale per analizzare e censurare contenuti problematici, ma non è esente da limiti. La tecnologia fatica a interpretare sfumature culturali, sarcasmo o contesti secondari ed è soggetta a rischi di censura errata o discriminazioni derivanti dai dati di training sbilanciati. Questo pone dubbi sulla totale automatizzazione della moderazione e mette in evidenza la necessità di un bilanciamento con interventi umani, soprattutto nelle zone grigie della comunicazione online.
Le reazioni sindacali e sociali sono state intense, con campagne di sostegno ai licenziati e richieste di maggior trasparenza e tutele contrattuali. L’evento segna un precedente per il settore tecnologico, inserendosi in un trend più ampio di automazione che cambia profondamente il mercato del lavoro e solleva questioni etiche rilevanti. La sede londinese di TikTok si conferma strategica nel dibattito europeo su privacy, lavoro e algoritmi. Il futuro della moderazione online appare quindi incerto e richiede una riflessione condivisa per conciliare innovazione, responsabilità e diritti umani.