
Welfare aziendale: verso una nuova comunità di fiducia
Il welfare italiano attraversa un periodo di profonda trasformazione, accelerato da crisi recenti come la pandemia e le incertezze economiche. Storicamente, il welfare era appannaggio quasi esclusivo dello Stato, ma oggi sempre più individui si percepiscono come protagonisti e non solo utenti di servizi, ricercando soluzioni integrate pubblico-privato. La recente indagine condotta da Groupama Assicurazioni e analizzata dall’economista Luciano Canova evidenzia come il concetto stesso di benessere in ambito lavorativo stia mutando: il welfare aziendale viene ormai interpretato come un ‘fiore a più petali’, in cui previdenza, salute fisica e mentale, flessibilità e progettualità di vita sono dimensioni egualmente importanti. Secondo i dati raccolti, oltre l’80% dei lavoratori considera indispensabile la presenza di un welfare aziendale articolato, ben oltre il mero stipendio, e chiede alle imprese servizi che spaziano dall’assistenza sanitaria ai percorsi di crescita personale, sottolineando così l’emergere di nuovi paradigmi nel mondo del lavoro italiano.
Le aziende sono quindi chiamate a integrarsi sempre più con un welfare pubblico che, pur fondamentale, mostra limiti di risorse e spesso non è in grado di intercettare la crescente complessità dei bisogni dei lavoratori. Gli stessi dipendenti desiderano che il datore svolga un ruolo attivo nella costruzione del loro benessere e di quello delle famiglie, attraverso benefit e politiche innovative. Centrale risulta essere la doppia attenzione a salute e previdenza: strumenti come polizze sanitarie, fondi pensione aziendali, percorsi di supporto psicologico e programmi di educazione finanziaria rispondono non solo alle esigenze immediate degli individui, ma anche a quelle di pianificazione a lungo termine. Inoltre, è in crescita la consapevolezza finanziaria tra i lavoratori, che chiedono strumenti concreti e percorsi di formazione per affrontare il futuro con maggiore serenità, scegliendo tra varie opzioni previdenziali e d’investimento.
Questo scenario porta alla nascita di un nuovo patto sociale tra aziende e lavoratori, fondato su collaborazione, trasparenza e co-progettazione. Canova parla infatti di “comunità di fiducia”, dove la fiducia reciproca diventa motore di cambiamento e benessere condiviso. Nonostante alcune criticità – disomogeneità territoriale, accessibilità limitata, carenze culturali e normative – il potenziamento del welfare aziendale rappresenta una grande opportunità sia per le imprese che per la società. La prospettiva futura è quella di un welfare sempre più personalizzato, sostenibile e innovativo, in cui lavoratore e azienda cooperano attivamente, superando il modello verticale e unidirezionale del passato per convergere verso una visione integrata, inclusiva e orientata al valore umano e sociale del lavoro. L’intento comune è la costruzione di un welfare a misura di persona, capace di rispondere alle sfide della contemporaneità e di valorizzare la centralità del benessere nella vita lavorativa.